(di Stefania Passarella)
(ANSA) - BOLOGNA, 11 LUG - Nonostante le ultime
precipitazioni - spesso violenti temporali, molto localizzati,
con grandinate - la grande sete del fiume Po è sempre
drammatica. L'emergenza siccità resta "gravissima" in pianura
padana, attesta l'ultima riunione dell'Osservatorio sulla crisi
idrica, che invita a tenere alta la guardia soprattutto in vista
di piogge scarse e temperature ancora in rialzo nei prossimi
giorni. Da giovedì l'Italia torna a essere investita da caldo
rovente.
I livelli del Po si sono stabilizzati "al ribasso", spiega
l'Osservatorio nella relazione post riunione, e restano "ben al
di sotto del minimo per poter allontanare lo spettro del danno
ambientale nel Delta e di quello colturale nel resto del
distretto". Il cuneo salino, cioè quanto avanza l'acqua
dell'Adriatico nel Delta, è a 35 chilometri. In questo quadro
idrologico e climatico l'unica boccata di ossigeno riguarda la
parziale ripresa delle quote di alcuni grandi laghi alpini che
hanno consentito, nei dieci giorni trascorsi, una
stabilizzazione delle portata del Po che a Pontelagoscuro
(Ferrara) si attesta a 219 metri cubi al secondo. Non solo.
"Le piogge temporalesche sui crinali alpini e i rilasci dagli
invasi idroelettrici - rileva l'Osservatorio - hanno permesso di
mantenere o, in alcuni casi, di incrementare la capacità di
invaso dei laghi Maggiore (+13 centimetri sopra lo zero
idrometrico di Sesto Calende) e Garda (+57 centimetri),
principali serbatoi per l'approvvigionamento del Po".
In questo delicato equilibrio restano le incognite legate
all'avanzata ulteriore del cuneo salino nell'area del Delta del
Po e la potenziale minaccia, non ancora scongiurata, della
possibile intrusione delle acque salmastre che non sono solo
pericolo costante di danno irreversibile all'habitat e alla
biodiversità del Delta, ma sono anche una minaccia costante al
comparto idropotabile. A pochi chilometri c'è l'impianto che
serve oltre 750mila persone nelle due province di Ferrara e
Rovigo. Per Meuccio Berselli, segretario generale dell'Autorità
Distrettuale del Fiume Po - MiTE (ADBPo), giunto al termine del
suo mandato, è necessario accelerare e porre un'attenzione più
"concreta" da parte delle istituzioni su disponibilità, raccolta
e utilizzo della risorsa idrica. Prossima riunione il 22 luglio.
Intanto da giovedì l'anticiclone delle Azzorre, che aveva
portato un minimo di ristoro, sarà soppiantato dall'opprimente
anticiclone africano che per almeno dieci giorni investirà il
nostro Paese con quella che potrebbe essere la più potente
ondata di caldo africano dell'estate 2022. I termometri
schizzeranno oltre i 38 gradi e, sulle pianure del Nord e sulle
zone interne di Sardegna e Sicilia, anche fino a 41-42 gradi. E
l'Italia brucia non solo metaforicamente. All'Isola d'Elba un
grande incendio sta distruggendo una vasta area boschiva, mentre
in Sardegna un incendio nelle campagne a ridosso della statale
131 ha diviso a metà per ore l'intera isola. (ANSA).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
