(ANSA) - ROMA, 04 MAR - "E' ancora contaminato l'85%
dell'area speciale di decontaminazione". Questo il pensiero di
Greenpeace a quasi dieci anni di distanza dall'incidente
nucleare di Fukushima Daiichi, in Giappone. L'associazione
pubblica oggi due rapporti ('Fukushima 2011-2020' e
'Decommissioningof the Fukushima Daiichi Nuclear Power Station
From Plan-A to Plan-B Now, fromPlan-B to Plan-C') che
evidenziano "la complessa eredità del terremoto e dello tsunami
dell'11 marzo 2011", facendo presente che "la tabella di marcia
per lo smantellamento della centrale di Fukushima Daiichi è
irrealizzabile" che "serve un nuovo Piano".
Nel primo rapporto - viene spiegato - "vengono descritti i
livelli di radiazione nelle città di Iitate e Namie, nella
prefettura di Fukushima. I risultati delle prime indagini
mostrano che gli sforzi di decontaminazione sono stati limitati
e che l'85% dell'area speciale di decontaminazione è ancora
contaminata"; nel secondo si "analizza l'attuale Piano ufficiale
di smantellamento in 30-40 anni", definito "un programma
deludente e senza prospettive di successo".
"I governi che si sono succeduti negli ultimi dieci anni,
soprattutto quelli guidati dal primo ministro Shinzo Abe -
commenta Shaun Burnie, senior nuclear specialist di Greenpeace
East Asia - hanno cercato di ingannare il popolo giapponese,
mistificando l'efficacia del programma di decontaminazione e
ignorando i rischi radiologici. Il decennio di inganni da parte
del governo e della Tepco deve finire. Un nuovo piano di
smantellamento è inevitabile, non possiamo perdere altro tempo".
(ANSA).
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