(ANSA) - ROMA, 08 APR - La tribù dei nomadi digitali cresce e
"promuove" l'Italia secondo quanto emerge dal Secondo Rapporto
sul Nomadismo Digitale in Italia, uno studio condotto
dall'Associazione Italiana Nomadi Digitali e da Airbnb. Da
dimenticare il classico stereotipo del ventenne, single,
freelance della tecnologia al lavoro da qualche remota località
asiatica. I nuovi nomadi 2.0, per i quali il Parlamento ha
appena disegnato un 'visto' di soggiorno apposito, sono oggi in
prevalenza esperti di marketing e comunicazione over 35, si
spostano con il partner e non disdegnano di soggiornare oltre 3
mesi in Italia, meglio se in una delle regioni del sud. Il
rapporto verrà presentato domenica a Milano in occasione della
giornata di apertura Bit 2022.
- L'IDENTIKIT DEL NUOVO NOMADE DIGITALE - Il 46% dei remote
worker intervistati ha già fatto esperienze di nomadismo
digitale, mentre il restante 54% dichiara di volerlo fare nel
prossimo futuro. Se il fenomeno interessa maggiormente le donne,
che rappresentano il 54% degli intervistati, l'età di
riferimento è quella dai 25 ai 44 anni (67%).
PRIMA IL SUD - Il Mezzogiorno e le isole sono destinazioni
gradite complessivamente da ben 3 intervistati su 4 (76%). Le
attività che vorrebbero maggiormente sperimentare e che
interessano di più remote worker e nomadi digitali sono: gli
eventi culturali e quelli enogastronomici (60%), seguiti da
attività a contatto con la natura (51%), esperienze originali e
caratteristiche del territorio (40%) e da attività di
socializzazione con la comunità locale (37%).
GLI OSTACOLI - Gli aspetti più rilevanti e irrinunciabili per i
remote worker che vorrebbero vivere un'esperienza di nomadismo
digitale in Italia e che influenzano la scelta della loro
destinazione sono: la qualità della connessione a Internet
(65%), costi della vita (61%) adeguati alle loro esigenze,
attività culturali (40%) e la possibilità di sperimentare le
tradizioni locali (37%). (ANSA).
