(ANSA) - PERUGIA, 15 DIC - La Terza commissione consiliare,
presieduta da Eleonora Pace, ha svolto un'audizione sul
Regolamento regionale 16/2012 ("Disciplina in materia di
autorizzazione al funzionamento dei servizi sociassistenziali a
carattere residenziale e semiresidenziale per le persone anziane
autosufficienti"). Sono intervenuti i direttori delle Asl 1 e 2,
Massimo De Fino e Massimo Braganti, oltre a rappresentanti di
comuni e zone sociali dell'Umbria, della Lega Cooperative
sociali e della fondazione Fontenuovo.
L'audizione è stata chiesta dal consigliere Michele Bettarelli
(Pd) perché, ha spiegato, "a distanza di dieci anni dal
regolamento del 2012 si rende necessaria una revisione, dato che
sono arrivate diverse sollecitazioni da parte dei Comuni e dei
soggetti interessati a tali servizi, per rimuovere le rigidità
di un sistema che limita fortemente l'attività degli operatori
con ricadute negative su soggetti fragili e le loro famiglie".
Dagli interventi - è detto in un comunicato della Regione - è
emerso che le problematiche principali relative a questo
regolamento riguardano le strutture di coordinamento, con la
responsabilità di inserimento in queste strutture che viene oggi
gestita dal medico di medicina generale, ma è necessario che il
ruolo di coordinamento venga chiarito in modo più approfondito.
Quest'estate dei controlli dei Nas, a seguito dei quali alcuni
residenti delle strutture sono stati dichiarati non
autosufficienti, hanno attivato delle valutazioni delle Asl.
Valutazioni date sulla base dell'inserimento dei pazienti nelle
strutture servite, e ciò ha creato problemi sul versante penale
proprio per i responsabili di queste strutture.
Sarebbe necessario - è stato detto, sempre secondo quanto
riferisce la Regione - diminuire in qualche modo la
responsabilità del coordinatore o della struttura stessa. Queste
strutture, che rappresentano un'utile fase di passaggio tra il
rimanere a domicilio e andare in una struttura protetta,
andrebbero tutelate e ne andrebbe garantito il corretto
funzionamento. La richiesta è infatti altissima, già 800 persone
in Umbria ne fanno uso. Una commissione è già adibita al
controllo delle condizioni delle strutture, ma intervengono in
questo senso anche Nas e altri soggetti che sono incaricati di
effettuare la vigilanza.
Andrebbe dunque organizzato un tavolo tecnico per fare chiarezza
sui vari ruoli e compiti. Altrimenti si rischia di creare un
cortocircuito che può produrre danni a tutti gli attori della
comunità regionale: agli anziani, alle famiglie, ai soggetti che
gestiscono le strutture. Questo perché l'esito della verifica
del livello di autosufficienza degli anziani in cura nelle
strutture cambia al cambiare del soggetto che effettua questa
verifica.
Negli ultimi mesi i Nas hanno infatti chiesto alle Asl di
verificare il livello di autosufficienza degli anziani e,
cambiando i soggetti che attestano questo stato, si è creata una
situazione in cui determinati ospiti ritenuti autosufficienti
dai medici di base sono invece stati giudicati non
autosufficienti da altri. Ciò ha danneggiato anche l'ospite
stesso, a cui è stato intimato di lasciare la struttura nei
tempi previsti, mettendo anche ulteriormente sotto stress la
rete di gestione degli anziani, i cui funzionari sono poi
obbligati a trasferire queste persone in una residenza protetta.
Vi è dunque la necessità di operare un intervento sul
regolamento, che potrebbe essere o una rilettura completa dello
stesso oppure degli aggiustamenti specifici funzionali,
eliminando il possibile dolo che viene imputato dai Nas ai
gestori. Inoltre questo trattamento si inserisce in una rete di
servizi di welfare. Il buon funzionamento della rete è legato
dunque anche alla buona funzionalità delle residenze
nell'accogliere adeguatamente il flusso di ospiti. Da luglio a
oggi la velocità nel fare fronte al turnover da parte delle Asl
si è sensibilmente ridotta, allungando tantissimo le tempistiche
di attesa. Ciò rende ancora più urgente tornare all'ordinarietà
per fare sì che i tempi di attesa tornino quelli previsti dal
regolamento.
Massimo De Fino (Asl 2), ha detto che "il regolamento,
nonostante non sia molto attuale, non sembra strutturato male.
Si parla di residenza servita da un punto di vista sociale e non
sanitario; il passaggio da autosufficiente a non
autosufficiente, poi, coinvolge l'attivazione di un'attività
multidisciplinare. Sono le schede di valutazione che permettono
di stabilire se il paziente sia effettivamente autosufficiente o
meno, la revisione della valutazione può essere fatta a distanza
di un anno dal medico di medicina generale, ma forse è
necessario studiare a priori una scheda di valutazione che
permetta di determinare l'autosufficienza. Il personale delle
strutture servite, che si occupa di coloro che sono
autosufficienti, non può garantire la stessa assistenza a
persone non autosufficienti che, essendo in una situazione più
grave, richiedono cure più specifiche.
Per Massimo Braganti (Asl 1), "il punto critico è la valutazione
di questi pazienti. La situazione mista pone dei problemi che
riguardano soprattutto il tipo di assistenza e la modalità della
verifica dell'autosufficienza". (ANSA).
Regione: audizione su Regolamento servizi socioassistenziali
In Terza commissione. "Necessario un intervento sul regolamento"
