(ANSA) - ROMA, 26 GEN - La Corte di Appello di Roma ha
assolto dall'accusa di corruzione, con formula piena "perché i
fatti a lui ascritti non sussistono", il consigliere di Stato
Nicola Russo. Il verdetto ribalta la sentenza di primo grado,
emessa il 14 settembre 2020 dal tribunale della Capitale, che
aveva condannato il 50enne magistrato del consiglio di Stato
alla pena di 11 anni di reclusione. L'inchiesta della Procura di
Roma aveva destato scalpore mediatico portando nel 2019 ai
domiciliari il magistrato: le indagini hanno riguardato alcuni
provvedimenti cautelari del Consiglio di Stato, ritenuti
dall'accusa pilotati, e sono state fondate sulle dichiarazioni
dei presunti pentiti Amara e Calafiore, ritenute attendibili dai
pm.
Secondo quanto si è appreso, i due sono stati recentemente
rinviati a giudizio a Milano per associazione a delinquere
finalizzata a commettere vari reati, tra cui la calunnia. "Per
me e la mia famiglia è la fine di un incubo, la fine di lungo,
brutto sogno - spiega Nicola Russo -. Ho sempre nutrito piena
fiducia sull'operato della magistratura. Dopo tanta sofferenze
per accuse infamanti, sono felice che sia emersa in maniera
chiara la mia estraneità a fatti molto gravi". Il magistrato -
ancora imputato anche nell'inchiesta che coinvolge
l'immobiliarista Ricucci - potrebbe essere reintegrato
pienamente al lavoro nei prossimi mesi. Il consigliere è
assistito dagli avvocati Giorgio Martellino e Concetta Russo.
(ANSA).
Corruzione: assolto il giudice Russo, "la fine di un incubo"
Il magistrato era accusato da due pentiti
