(di Antonio Fatiguso)
(ANSA) - PECHINO, 21 MAG - La Cina ha inviato un chiaro
avvertimento a Joe Biden: "Non lavori a divisioni e scontri"
nella regione dell'Asia-Pacifico. Monito lanciato dal portavoce
del ministero degli esteri di Pechino, Wang Wenbin, pochi
minuti prima che l'Air Force One atterrasse alla Osan Air Base,
alle porte di Seul. Del resto il presidente americano è
arrivato in Asia dagli alleati più stretti, Corea del Sud e
Giappone, con un obiettivo chiaro: quello di un cementare un
patto contro gli autoritarismi, avendo sempre come priorità la
Cina e il suo contenimento, a dispetto della guerra della Russia
all'Ucraina.
Dopo l'atterraggio, il presidente americano si è subito
recato alla "fabbrica di semiconduttori più grande del mondo",
quella di Samsung Electronic, a Pyeongtaek, lanciandosi in una
stretta di mano di 22 secondi con il neopresidente sudcoreano,
Yoon Suk-yeol, incontrato per la prima volta, allo scopo di
sancire la nascita della 'Technology Alliance'. "Non dobbiamo
dipendere da Paesi che non condividono i nostri valori in
settori strategici", ha detto Biden, citando l'intelligenza
artificiale e la quantum technology, e ricordando la necessità
di mettere in sicurezza la supply chain, un aspetto rivelatosi
fondamentale dopo i problemi provocati dalla pandemia del
Covid-19 e dalla guerra in Ucraina. "Ci apriremo ad altri
partner", ha aggiunto Biden. "Dobbiamo unire le nostre capacità
per la sicurezza", ha detto di rimando Yoon, un conservatore
insediatosi dieci giorni fa e un convinto sostenitore del
rafforzamento dei rapporti con gli Usa.
Biden ha anticipato, nell'impianto ultratecnologico di
microchip, quello che illustrerà nella sua visita a Tokyo, agli
inizi della prossima settimana: il progetto dell'Indo-Pacific
Economic Framework (Ipef). Un ambizioso piano di investimenti e
rafforzamento dei rapporti commerciali che da un lato permetterà
a Washington di aumentare la sua presenza nel Pacifico, e
dall'altro getterà le basi del collegamento 'tra simili' a
livello globale. Non un accordo di libero scambio, come ha
spiegato la mente del progetto, la rappresentante per il
Commercio Katherine Tai, ma un network che dia ai Paesi che
vorranno unirsi accessi privilegiati a tecnologie, catene di
approvvigionamento, economia digitale, decarbonizzazione e
infrastrutture, fino a definire gli standard operativi.
Una conventio ad excludendum verso la Cina che negli ultimi
giorni non a caso ha mobilitato il ministro degli Esteri Wang Yi
in colloqui con la controparte sudcoreana Park Jin e quella
nipponica Yoshimasa Hayashi, veicolando lo stesso messaggio:
evitare una nuova Guerra Fredda, mantenere la regione "aperta e
inclusiva" e scongiurare che l'alleanza con gli Usa "ci
danneggi".
Tokyo ospiterà la prossima settimana il summit virtuale del
Quadrilateral Security Dialogue (Quad), il gruppo di sicurezza
informale di Stati Uniti, Giappone, Australia e India, al quale
la Corea del Sud potrebbe manifestare il suo interesse nel
summit di domani tra Yoon e Biden, che avrà una parte importante
dedicata ai rapporti con la Corea del Nord.
Per la Cina si tratta di mosse a tenaglia in un momento in cui
è alle prese con i timori che la situazione di Taiwan (ne è la
conferma la telefonata tra il capo della diplomazia del Pcc Yang
Jiechi e il consigliere della Sicurezza nazionale Usa Jake
Sullivan) possa sfuggire di mano e una grave difficoltà
economica causata anche dai lockdown per fronteggiare la
peggiore ondata di Covid-19 dalla crisi di Wuhan di inizio 2020
che, secondo Nomura, sta creando un blocco totale o parziale su
aree che valgono il 40% del Pil, a partire da Shanghai.
Per la prima volta dal 1976, si profila per il 2022 un tasso
di crescita media della Cina più basso di quello Usa: 2% contro
2,8%, secondo le stime di Bloomberg. Uno smacco per il
presidente Xi Jinping, in piena campagna per strappare un
inedito terzo mandato alla guida del Partito comunista cinese di
fine anno, per la prima volta dai tempi di Mao Zedong. (ANSA).
Responsabilità editoriale Xinhua.