(ANSA) - PERUGIA, 25 OTT - L'Assemblea legislativa
dell'Umbria ha discusso martedì mattina tre differenti atti di
indirizzo afferenti all'installazione degli impianti per le
energie rinnovabili, gli effetti della crisi energetica, i
vincoli per l'incremento del fotovoltaico. Bocciati i documenti
proposti da Pd e Gruppo misto. Non votato per mancanza del
numero legale, a causa dell'abbandono dell'Aula da parte delle
opposizioni, quello della Lega.
La prima mozione illustrata è stata quella sulle "Misure
finalizzate a combattere il caro-energia, garantendo equità
sociale e uguaglianza sostanziale nell'accesso ad energie
rinnovabili anche per residenti e lavoratori in centri storici e
altre aree soggette a vincolo ambientale", a firma Vincenzo
Bianconi (Misto).
Illustrando l'atto in Aula prima del voto, Bianconi ha spiegato
che l'atto di indirizzo mira a "sollecitare le autorità statali,
in collaborazione con regioni ed enti locali, a fornire
chiarimenti puntuali circa la portata della liberalizzazione e i
divieti ancora in vigore circa l'installazione di pannelli
fotovoltaici e altri impianti a fonti rinnovabili in centri
storici o aree protette, pubblicando interpretazioni autentiche,
mappe aggiornate e ogni altro strumento di consultazione
ufficiale che possa consentire agli operatori del settore di
agire senza il rischio di incorrere inconsapevolmente in
violazioni. A modificare la normativa regionale vigente in
conseguenza della liberalizzazione nella installazione di
pannelli fotovoltaici e altri impianti a fonti rinnovabili
prevista dalla citata normativa statale, prevedendo il massimo
livello di libertà nell'ambito dei limiti nazionali imposti per
la tutela del patrimonio paesaggistico-storico-culturale. Ad
introdurre deroghe per impianti a basso impatto visivo,
prevedendo altresì forme di compensazione economica dei maggiori
costi sostenuti per queste ultime, in modo da garantire
'uguaglianza di fatto' tra tutti i cittadini e tutte le imprese
nel poter accedere all'utilizzo di energie rinnovabili e
sostenibili, senza far ricadere l'onere di tutela del paesaggio
soltanto sui proprietari di quegli immobili. A sollecitare il
Governo a prevedere, anche con risorse finanziarie europee,
misure di compensazione finalizzate a garantire una 'uguaglianza
di fatto' dei cittadini che vivono in centri storici ed in aree
naturali protette, stanziando nel frattempo anche risorse
regionali a tale scopo o bonus fiscali".
L'atto è stato respinto con sette voti favorevoli della
minoranza e dieci contrari della maggioranza consiliare.
La seconda mozione, "Criticità connesse all'introduzione del
regolamento 4/2022 sulle aree idonee all'installazione di
impianti fotovoltaici" a firma dei consiglieri Stefano
Pastorelli, Daniele Carissimi, Paola Fioroni e Daniele Nicchi
(Lega). Illustrando l'atto in Aula prima del voto, Carissimi ha
spiegato che appare necessario "semplificare l'installazione di
impianti fotovoltaici e approvare una legge regionale condivisa
e in grado di accelerare la transizione energetica della
regione. Vanno bilanciati interessi energetici, ambientali e
paesaggistici. Nel dicembre 2021 è stato approvato un decreto
che crea una cornice, indica aree idonee all'installazione di
impianti per le energie rinnovabili ma poi rinvia a decreti
ministeriali che però non sono stati adottati. Il regolamento
regionale del luglio 2022 si muove in questa cornice, indicando
le percentuali di territorio che possono essere adibite alla
produzione di energia. L'Umbria ha scelto una ipotesi
cautelativa, trattenendo le percentuali rispetto alla capacità
insediativa dei terreni, per schermare il territorio da
potenziali iniziative in eccesso".
"Il regolamento regionale '4/2022' ha quindi stabilito - ha
proseguito Carissimi - che solo il 5% del terreno agricolo può
essere usato per il fotovoltaico, che sale al 20% se l'attività
agricola non viene compromessa. Per quanto riguarda i siti
produttivi, si va dal 50 al 70 %, che dipendono dalla
pre-esistenza del sito. Si tratta di previsioni molto
stringenti, che sono state al centro di un tavolo di lavoro e
confronto con il mondo imprenditoriale. In quella occasione
molti dubbi sono stati chiariti. A fine settembre la Regione ha
inviato agli enti locali una nota esplicativa che ha reso meglio
comprensibile il regolamento. È stato chiarito che ci sono molte
aree che possono essere utilizzate (come quelle industriali
dismesse, ex cave) su cui non esistono vincoli stringenti.
Dobbiamo attendere le indicazioni nazionali sugli indici a cui
bisogna fare riferimento, evitando disuguaglianze tra diverse
Regioni. Servirà allora non un regolamento ma una legge
regionale, per stabilire i criteri per l'installazione degli
impianti".
L'atto non è stato votato per mancanza del numero legale in
seguito all'abbandono dell'Aula da parte dei consiglieri dei
gruppi di opposizione.
La terza mozione affrontata dall'Aula, "Modifiche al
regolamento regionale sull'installazione di impianti per la
produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili" è stata
firmata dai consiglieri Tommaso Bori e Simona Meloni (Pd).
Illustrando l'atto in Aula prima del voto, Meloni ha spiegato
che l'atto di indirizzo mira a "prevedere una modifica del
regolamento regionale n.4 del 12 luglio 2022 che vada a limitare
le restrizioni previste dal suddetto regolamento e che invece,
incentivi maggiormente la produzione di fonti di energia
rinnovabili quali il fotovoltaico. Ad incentivare tutte quelle
iniziative da parte di operatori professionali delle fonti
rinnovabili che potrebbero realizzare importanti investimenti
che consentirebbero al tessuto produttivo regionale di
acquistare l'energia verde prodotta a livello locale piuttosto
che spendere importanti risorse economiche per 'andare a
comprare l'energia da regioni limitrofe'. A portare a termine
l'obiettivo preso a livello europeo con il Green New Deal, il
nuovo accordo sul verde con il quale,anche per combattere i
cambiamenti climatici,l'Italia come stato membro, si è impegnata
ad avere circa il 50% del fabbisogno energetico nazionale
soddisfatto da fonti rinnovabili entro il 2030 per poi passare
al 100% entro il 2050".
L'atto è stato respinto con sette voti favorevoli della
minoranza e dieci contrari della maggioranza consiliare. (ANSA).
In Assemblea Umbria tre mozioni Pd, Misto e Lega
Due bocciati e uno non votato per mancanza del numero legale
